Ogni anno, il 24 giugno, Firenze celebra la festa del suo santo patrono, San Giovanni, con una serie di manifestazioni che coinolgono tutta la città.
La mattina del 24 giugno, il Corteo Storico si reca da Piazza della Singoria al Battistero per offrire i ceri al patrono. Segue la messa solenne con l''ostensione della reliquia del Santo.
A conclusione, la sera del 24, sul Piazzale Michelangelo si tengono i fuochi di San Giovanni, che richiamano una grande folla soprattutto sul Lungarno.
Quando le ombre della sera avvolgevano la città, veniva il momento dei "fuochi d''allegrezza". I fuochi dell''allegrezza consisterono, dapprima, nelle fiamme dipiccoli o grandi falò di scope e fascine cui era dato fuoco, non solo per il 24 giugno, ma anche in altre solennità. Questi fuochi per S. Giovanni si facevano sulla sommità delle porte della cinta muraria, sulle torri, nelle vie, nelle piazze e sulla torre di Arnolfo, in Palazzo Vecchio.
I fuochi del contado punteggiavano intensamente le colline intorno alle città. Nel Medioevo, il Battistero, il Palazzo della Signoria, il "Cupolone", il Campanile diGiotto, il Bargello, altri importanti edifici erano illuminati con le tradizioni "padelle", in terracotta o ferro, piene di sego (grasso di maiale) che alimentava un grossolucignolo. Caratteristiche luminarie si avevano un po'' dappertutto, sia nelle abitazioni dei ricchi, sia nelle abitazioni più modeste. Purtroppo capitava che i fuochidell''allegrezza si trasformassero in fuochi di disperazione quando si sviluppava un incendio. Quando, nel secolo XIV, si cominciò ad usare la polvere pirica, Firenze fu una delle prime, fra le altre città italiane, ad usarla a scopo di gioia ed allegria1. Con i fuochi d''artificio, andarono scomparendo i tradizionali falò, che invece si continuarono a fare nelle campagne fino ai giorni nostri.
I fuochi d''artificio erano fabbricati con grande abilità e c''era l''usanza di costruire la"girandola"2, cioè una macchina piena di razzi e fuochi, opera di alta ingegneria, di forma diversa ogni anno.
I fuochi si svolsero in piazza della Signoria fino al 1826, quando, in occasione delle feste per il parto della granduchessa Maria AnnaCarolina, si appiccò un incendio alle travi della torre d''Arnolfo. Il granduca Leopoldo II ordinò che di lì in avanti i fuochi venissero fatti sull''Arno, al Ponte dellaCarraia.
Oggi i fuochi di S. Giovanni sono lanciati dal piazzale Michelangiolo e richiamano grande folla sul Lungarno della Zecca dove viene allestita una platea di poltrone,proprio di fronte alle rampe del piazzale Michelangiolo.
Lo spettacolo dura circa un''ora e termina con un fortissimo botto finale. |