MOROLO
POLENTATA DI
S. ANTONIO IN CIOCIARIA
IL 21 GENNAIO 2008
Nel giorno in cui si festeggia S. Antonio Abate, a Morolo, come in buona parte dei comuni della Ciociaria, vigeva l''antica usanza della benedizione degli animali in piazza e del pranzo comune a base di polenta. Capaci caldaie (in dialetto "cottore") venivano poste davanti alla chiesa e quando l''acqua bolliva vi si faceva cadere una lenta, costante pioggia di farina di granoturco, mentre esperte cuoche roteavano robusti matterelli per amalgamare la farina.
In altre caldaie veniva preparato il sugo a base di salsicce e spuntature di maiale e, dopo la benedizione del parroco, avveniva la distribuzione della polenta che veniva consumata in piazza o portata ai famigliari. Nel pomeriggio la festa si concludeva con la corsa degli asini e con il tiro alla fune tra le squadre delle parrocchie di Morolo.
Oggi e'' rimasta in vita la sola tradizione di preparare e consumare la polenta in piazza il 17 gennaio o la domenica immediatamente successiva.
La storia della polenta è assai antica e connessa con l''evoluzione dell''uomo. Già l´uomo preistorico sicuramente si alimentava con cereali macinati grossolanamente tra due pietre e cotti in acqua bollente . Così usavano fare i babilonesi, gli assiri e gli egiziani. A testimonianza di questo fatto dei grani di mais sono stati rinvenuti in una tomba egizia a Tebe.
Nell''epoca romana la polenta era chiamata con un nome molto simile al nostro, pultem. Essa era fatta con un cereale simile al grano ma più duro, ovvero il farro che, macinato e cotto, dava una polenta molle, che veniva servita con formaggi e carni varie. Solo con la scoperta delle Americhe e quindi del mais il binomio polenta e mais divenne indissolubile fino ai giorni nostri.
Il mais viene così introdotto in Europa e attorno al 1525 già è coltivato nella penisola iberica per opera di agricoltori di origine araba che lo usavano come mangime per gli animali. Dal Golfo di Biscaglia, il mais si diffonde nel XVII secolo in tutta Europa, anche per la spinta che viene dai coloni americani, e si espande lungo una fascia precisa, attraverso la Spagna, la Francia, l''Italia, i Paesi attraversati dal Danubio, l''Ucraina, fino al Caucaso.
Più a nord, il clima era troppo freddo, più a sud troppo secco. La preparazione è ovunque la stessa: si fa cuocere la farina gialla in acqua o brodo, vi si aggiunge, alla fine, burro, latte, formaggio, sughi e carne.
A Morolo il programma prevede, in piazza Ernesto Biondi, la degustazione della polenta con sugo di salsicce e spuntature accompagnata da buon vino rosso e da canti e balli popolari. Un mercatino artigianale arricchisce la piazza principale e, al termine della degustazione si tiene la corsa degli asini per il Palio della Fontana.
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