Chi Siamo
Al centro della verdissima Umbria immerso fra ginestre profumate, querce secolari e cespugli odorosi, l'agriturismo Il Mandoleto propone una vacanza all'insegna della cordialità, dell'accoglienza e del riposo; il tutto in un'atmosfera romantica di assoluta quiete. La felice posizione geografica consente di effettuare interessanti escursioni, potendo raggiungere in pochi chilometri i più caratteristici luoghi Francescani, il suggestivo Lago Trasimeno, le più belle ed affascinanti città d'arte dell'Umbria e della Toscana.
Recentemente ristrutturato con sobria eleganza, si presenta come un tipico casale della campagna umbra armoniosamente integrato con il paesaggio. L'Agriturismo il Mandoleto è diviso in vari confortevolissimi ed ampi appartamenti di diversa grandezza, da 4 a 15 posti letto. Sono arredati con gusto, tutti dotati di attrezzata cucina o angolo cottura , soggiorno, TV satellitare, telefono, riscaldamento autonomo.
L'uso del vecchio forno a legna per conoscere gli antichi sapori del pane e dei dolce di campagna, un comodo barbecue, una graziosa piscina, il ping pong, sono a disposizione dei clienti. Possibilità di noleggio bici, equitazione e golf a soli 5 km. E poi la possibilità di degustare le antiche ricette umbre elaborate presso il ristorante di proprietà www.solomeo.it, a 1 km dal casale, consente di offrire il massimo comfort che renderà indimenticabili, in ogni stagione, le vostre vacanze nella campagna umbra."
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Cosa vedere
A dieci chilometri a nord-ovest di Perugia, Solomeo è un piccolo paese posto sulla cima di una bassa collina. La sua storia è quella di un borgo del " contado" perugino, ad iniziare dal periodo degli Etruschi.
Già nel III secolo a.C., infatti, le zone intorno a Perugia godono di un crescente incremento demografico e di una conseguente ricchezza; le numerose necropoli testimoniano l’esistenza di sobborghi o di più modesti nuclei insediativi distribuiti nella campagna, il cui diffuso benessere deriva dallo sfruttamento dei suoli.
La zona di Solomeo, in particolare, posta lungo una direttrice viaria che da Perugia portava a Chiusi, data la fertilità della seppur non vasta piana del torrente Caina da sempre vocata alla coltivazione del grano, diviene un centro rurale gravitante nell’area della grande città, Risalgono al III secolo a.C., infatti, le urnette cinerarie di travertino utilizzate attualmente come decorazione di giardini nel parco della Villa Antinori -Tocchi, della villa Mencarelli, del castello di Montefrondoso, provenienti da tombe rinvenute nella zona. L’esistenza di necropoli fa supporre pertanto che a Solomeo - il nome è forse da associare ad una divinità etrusca (lumn ??), divenuto poi, nel volgere dei secoli San Lumeo - esistesse una comunità di agricoltori; anche loro probabilmente furono tra quelli che fornirono il grano allorquando Perugia inviò aiuti a Roma nel corso della seconda guerra punica, come narra lo storico latino Tito Livio nel libro XXVIII delle Historiae. Alla coltivazione di cereali si doveva affiancare anche quella della vite; ne troviamo menzione nella Naturalis Historia di Plinio che parla di un’uva perusina molto apprezzata a Modena.
Verso la metà del Settecento, inoltre, in località Mandoleto, a ca. 3 chilometri a sud di Solomeo, fu rinvenuta una tomba etrusca contenente un corredo costituito da tre vasi a figure rosse prodotti in Puglia, che costituiscono l’unica testimonianza, finora nota, della importazione in Etruria di tale particolare produzione ceramica.
Con la fine della cultura etrusca e la conseguente romanizzazione si assiste anche in questa parte di Umbria al moltiplicarsi di villae rusticae, cioè fattorie agricole: tracce di questi insediamenti sono stati rinvenuti lungo le pendici del colle di Solomeo, presso le vicine colline di Rugolano e Montefrondoso e a Mandoleto. Sul colle, dove ora sorge il paese, doveva esserci una villa di grandi proporzioni, di cui è testimonianza una cisterna per l'approvvigionamento delle acque, rinvenuta nel 1992, i cui muri servirono da fondamenta ad una chiesetta settecentesca dedicata a S.Maria delle Grazie, nel parco della Villa Antinori -Tocchi..
Con la fine dell’Impero romano e le conseguenti invasioni di popolazioni straniere, anche questa fertile zona subisce un drastico impoverimento. La guerra contro i Goti, voluta da Bisanzio per riconquistare la penisola italiana all’impero, non risparmiò certo le regioni centrali. I Goti si accanirono contro Perugia, unica delle città dell’Umbria ad opporre resistenza. Nei circa due anni di assedio cui la città fu sottoposta da parte delle truppe di Totila, l’area rurale perugina dovette subire la violenta devastazione degli assedianti. Quando nel 528 l’assedio si concluse con la vittoria di Totila e con il martirio del vescovo Ercolano, il territorio circostante Perugia doveva aver già pagato a caro prezzo la guerra con razzie di bestiame e di derrate alimentari. Se è vero che Totila abbia ordinato di passare a fil di spada l’intera popolazione di Perugia, è facile immaginare quali violenze dovettero aver compiuto i suoi soldati nel territorio durante i due anni di assedio.
A distanza di poco tempo l’Umbria, come gran parte dell’Italia, subisce una nuova invasione, quella dei Longobardi. Anche stavolta Perugia oppone una strenua resistenza, tale comunque da ridurre alla totale indigenza la popolazione. Alla fine del VI secolo la zona di Perugia doveva essere molto simile a quella descritta da Papa Gregorio Magno: città spopolate, castelli diroccati, terreni non più coltivati su cui vagavano indisturbate le bestie selvatiche.
E’ in questo periodo che le acque della Caina e dei fossi, non più regimentate, fuoriescono dai loro alvei, i campi vengono abbandonati, con il conseguente impaludamento della piana. Di questo rimane traccia nei nomi di alcuni toponimi come Barca, Navicella, Pantano.
Ma non tutto il territorio è rappresentato in questo quadro apocalittico, da vero e proprio day after .Accanto a lande desolate si trovavano alcune zone rurali su cui continuò l' attività agricola; è il caso di un stanziamento sulla collinetta di Rugolano, a circa un chilometro da Solomeo dove, già in età romana, era stata edificata una villa rustica. L'insediamento aveva continuato a vivere anche durante le invasioni dei barbari ed era stato munito di un apparato difensivo. Da qui, intorno al X secolo, inizia la ripresa e la lenta riacquisizione dei terreni all'agricoltura. L'opera di bonifica si allargò verso la parte meridionale della collina e, nell' XI secolo, fu edificata (o riedificata) la chiesa di S. Maria del Mandoleto, che una iscrizione tardo-romana indicherebbe anche come ecclesia Angelorum.
Intorno alla metà del XII secolo questa parte meridionale del territorio era stata completamente bonificata ed era controllata da un nuovo insediamento, questa volta arroccato sulla cima di una collina e protetto da mura, il castrum Muntis Frondusii, così denominato già nel 1258. Tra il XII e il XIII secolo, si iniziò a bonificare la piana a Nord dell'altura su cui è ubicato Solomeo, menzionato per la prima volta nel 1258 come villa Solomei. Nel 1361 il nucleo abitato di villa Solomei era costituito da un palazzo, un casamentum (casamento), dodici domus (case), due casalini e la chiesa di S Bartolomeo. Il palazzo era di proprietà di Angelello "Sensoli Iohannis Cole" che lo deteneva assieme allo zio Meo "Iohannis Cole", entrambi accatastati in Perugia, rione di Porta S. Angelo, parrocchia di S.Fortunato. Il casamento era di proprietà di donna Nicoluccia figlia di Chiercolo e moglie del defunto Lippolo Galassi, anche essa accatastata in Perugia rione di Porta S. Angelo parrocchia di S. Fortunato, mentre le case e i due casalini erano di proprietà di persone accatastate nella comunità di Solomeo- Monte Frondoso.
Nella primavera del 1391 gli abitanti di Solomeo mostrarono l'intenzione di fortificare il proprio insediamento e, il 7 Settembre di quell'anno, si discusse della cosa nel Consiglio dei Priori delle arti di Perugia. All' unanimità si decise di nominare Meo Iohannis Cole Galassi e Cristoforo Petri Tanoli (quest' ultimo accatastato a Perugia rione di Porta S. Susanna, parrocchia di S. Giovanni Rotondo), soprastanti all' opera di edificazione del castrum Salomei.
Il castello doveva realizzarsi iuxta pallatium dicti Mei (vicino al palazzo di Meo). Alla fine del XIV secolo il castello di Solomeo doveva essere già ultimato. Di forma quadrangolare, il castrum doveva avere due ingressi: uno sul lato orientale e l'altro a Sud in direzione di Monte Frondoso. La struttura del castello è rimasta pressochè la stessa fino ai giorni nostri; all'interno sono ancora presenti degli affreschi di pregevole fattura con fitte decorazioni geometriche e fitiformi, risalenti alla fine del XIV secolo, che trovano riscontro a Perugia in alcune sale del Palazzo dei Priori, nel ex convento di S. Giuliana, nel complesso dell'antico ospedale del Collegio della Mercanzia e a Fonte Avellana in provincia di Pesaro.
Nel 1402 il castello di Solomeo insieme a quello dell'Ospedale di Fontignano cadde in mano ai ribelli di Perugia; ma nello stesso anno, il 16 dicembre, la rivolta fu sedata i Priori concedevano a Ser Coluccio de Arquata la facoltà di inquisire i rivoltosi, i forestieri e gli abitanti del contado perugino.
Solomeo:
lato ovest del castello
Il 15 dicembre del 1503 il consiglio dei Priori discusse la Realizzazione di un pozzo in Solomeo con lo stanziamento di 16 fiorini. Constatata l'indigenza in cui versavano gli abitanti del luogo, Simone de Fumagiolis si era accollato l'onere di prevedere ad integrare di tasca propria quanto stanziato dal governo perugino. Il pozzo doveva avere una profondità di 50 piedi (18 metri), ed essere realizzato dentro o fuori del castello laddove si riteneva più opportuno.
Il 4 Marzo del 1578 il consiglio dei Priori di Perugia discusse la necessità di concedere licenze edilizie su terreno pubblico a ridosso delle mura del castello. Le abitazioni che si costruirono non furono molte: sono attualmente da individuare in un gruppo di case sul lato sud-est del castello. Solo successivamente, nel 1729, ad esse se ne aggiunsero altre, sempre su questo lato. La popolazione del paese è sempre stata in numero esiguo; da uno Stato di Anime del 1694 si evince che nel territorio di Solomeo abitavano 133 persone; nel 1805 gli abitanti erano 157, mentre nella seconda metà dell'800, grazie alla riunione tra le parrocchie di Solomeo e Mandoleto, si contavano 400 persone
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